giovedì 21 gennaio 2016

DUNIYA MELA A BOLOGNA!

Sabato 9 gennaio, a Bologna, Associazione Jaya ha supportato Ayub Noor Muhammad nell'organizzazione della festa interculturale Duniya Mela presso il parco della Montagnola. Grazie a questa iniziativa, è stato sostenuto e promosso il festival di Shah Jamal che ha avuto luogo la settimana seguente in Pakistan, a Lahore, grazie al quale molte persone povere hanno potuto ricevere un pasto. Un pasto preparato con amore e devozione, in una giornata di incontro tra culture e persone, una festa che ha anche della spiritualità al suo interno, come tutte le festività in Oriente, così che questo cibo diventi Prasad, ovvero cibo sacro, offerto senza aspettarsi nulla in cambio, come l’amore che Dio dona a noi e che lui chiede di donare a nostra volta a tutti gli essere umani e agli abitanti di questa Terra.
Ma anche per chi non crede in Dio: la convivenza sul Pianeta non può avvenire senza incontro e amore, condivisione e solidarietà, e questo lo sappiamo bene.
L’evento ha raccolto danze e musiche provenienti da varie parti dell’Asia e anche dell’Africa, ma c’è stata anche la tradizione del sud Italia a scaldarci e allietarci.
Io ho preso parte allo spettacolo come spettatrice, godendomi tutta la ricca carrellata di artisti, musicisti e danzatori professionisti, che si sono esibiti in diversi spettacoli, sottolineando, ognuno per il proprio stile di “appartenenza”, come ogni mondo sia ricco e molteplice al suo interno e che non basta una prima occhiata per poter pensare di aver compreso una cultura o uno stile. Quello che da spettatrice ho provato, quello che ho ritrovato in ogni esibizione è stata una grande forza e armonia.
Ho percepito la forza del femminile e la forza del maschile: la forza di questi poli opposti che si incontrano e si fondono in un necessario e splendido connubio, perché solo se mescolati in modo armonioso danno vita al Tutto e questo tutto danza, rotea, balla, canta, suona, muove e smuove corpo e anima.
Penso alla Danza con la Spada, così femminile e sensuale, e allo stesso tempo così forte e determinata, una guerriera che danza con dolcezza e armonia, portando una spada in equilibrio sul capo.
Penso alla Tarantella, espressione della femminilità nascosta e repressa che esplode in un frenetico ballo causato, come ci raccontano l’antropologia e De Martino, dal morso della taranta velenosa, o forse è meglio dire, da una femminilità che non trova altri luoghi di espressione se non quelli della “pazzia”, dell’eccentricità, del ballo senza freno, in uno stato di coscienza quasi onirico.
Penso al Bharatanatyam, la danza classica dell’India, che narra dell’incontro tra Shiva e Shakti, quindi tra l’energia maschile e femminile, dell’incontro d’amore o devozionale, della gratitudine, della bellezza e del profumo, degli ornamenti che adornano una Dea, del loto profumato che giace ai piedi di un Dio.
Danza sensuale, forte, femminile, ma anche profonda e colta. Tra colori, ori e luci, la donna si esprime con ogni singola parte del suo corpo.


 
Infine penso alla Danza Sufi e alla forza di una preghiera fatta con il corpo: un corpo maschile che ricorda la donna tarantolata.. un abbandono verso l’inconscio e lo stato profondo del nostro essere, un abbandono però controllato, dove non esiste un gesto o un passo che non sia privo di significato. Un corpo che freme, balla, trema, scuote, ma non perde mai di vista il ritmo incalzante della musica, e, anzi, suona con lei, dialoga, in un discorso sacro e profondo, dove tutta la persona, corpo e anima, si abbandona a questa energia superiore che lo anima e lo rende colmo e grato.
 
 

domenica 3 gennaio 2016

L'AMORE E LA FINE DEI TEMPI, PROPOSTE DI LETTURA

Un anno nuovo è cominciato, ci troviamo ancora nel Kali Yoga, anche se ci avviciniamo alla fine, così come trasmessoci da Babaji.. il cammino è ancora lungo, arduo e sono proprio questi i momenti in cui si fa più urgente l'importanza di conoscere, studiare, approcciarsi allo Yoga o altre discipline tradizionali, leggere messaggi spirituali e attuare il vero cambiamento nella propria vita. Per questo auguro a tutti un buon inizio di anno, un anno in cui sia possibile trarre la forza e l'energia giusta per fare i propri cambianti, per proseguire nel proprio percorso, per fare le scelte, le scelte giuste e definitive. la parola chiave potrebbe proprio essere Discernimento. E come insegnatoci da Babaji cerchiamo di vivere al meglio, con impegno, coraggio e devozione, lavorando e lavorando ancora, sempre con il cuore e il pensiero rivolto verso il Divino, e seguendo il messaggio "Verità, Semplicità, Amore. Satya, Saralata, Prem".  A tutti Buon Anno! 

 Om Namah Shivay  

 

Shrī Hairākhan Babaji Mahāvatār (ha dato i suoi insegnamenti dal 1970 al 1984), Hairākhan, Uttar Pradesh, India

 
“Ama e servi tutta l’umanità. Assisti tutti.
Sii allegro. Sii cortese.  Sii una dinamo di irrefrenabile felicità.
Riconosci Dio ed il Buono in ogni viso.
Non c’è santo senza un passato, non c’è peccatore senza un futuro.
Loda ognuno. Se non puoi lodare qualcuno… lascialo uscire dalla tua vita.
Sii originale, sii inventivo.
Osa, osa e osa ancora… Non imitare. Sii saldo, sii eretto.
Non appoggiarti alle staffe prese in prestito da altri.
Pensa con la tua testa. Sii te stesso.
Tutte le perfezioni e le virtù di Dio sono nascoste dentro di te: rivelale.
Il Saggio, pure, è già dentro di te: rivelalo.
Lascia che la sua grazia ti emancipi.
Fai che la tua vita sia quella di una rosa: pur silente essa parla il linguaggio della fragranza.”
 


Per conoscere questi e altri importanti argomenti vi invito alla lettura del libro: "L'amore e la fine dei tempi"  (qui di seguito un' estratto) di  potete acquistarlo in formato ebook presso i maggiori portali (Amazon, ecc..) o anche in formato cartaceo presso il sito dell'associazione Sanatandharma.
 
 
 
 
"…è importante con tutto noi stessi perseguire il bene o sanātanadharma, perché siamo, relativamente, vicini al punto di passaggio tra Kālīyuga e Dvāparayuga, come esaurientemente spiegato alla quarta sezione. Dunque, le incarnazioni attuali sono in assoluto le più importanti per l’evoluzione spirituale dell’essere umano. Quale che sia, per ogni singolo individuo l’ultima incarnazione, nell’attuale ciclo samsarico, lo sa solo Dio, la Coscienza universale. Cionondimeno, il fatto che possa essere l’ultima incarnazione di questo particolare ciclo in questo mondo, non significa che ciascuno viva in un corpo sano, con una mente sana, una sfera emotiva equilibrata, il tutto accompagnato da una profonda consapevolezza spirituale, ma semmai che quest’ultima incarnazione racchiude tutto ciò che nel bene e nel male, è il frutto finale, in questo ciclo, del percorso evolutivo di quell’anima…Questa incarnazione potrà, per qualcuno o per molti, non sembrare la migliore delle incarnazioni possibili ma ciò che a volte appare come un ostacolo o un impedimento, visto da una prospettiva più ampia e spirituale è una grande opportunità e ciò che più terrenamente, può apparire come una grande opportunità o fortuna, sempre da quella prospettiva può essere un grande ostacolo. Di questi tempi, dove l’illusione terrena è così forte, mai fermarsi alle apparenze…” (tratto dal capitolo “La reincarnazione”, seconda sezione del libro “L’amore e la fine dei tempi” di Jāriyama).