mercoledì 28 ottobre 2015

TI RACCONTO UN LIBRO...


 
“Le ragioni del corpo. I centri di energia vitale nell’esperienza cristiana.” di Antonio Gentili, ed. Ancora,2007

 


Tav. 12 contenuta nel libro: Cristo Energizzatore. Icona conservata nella Casa di Esercizi di Eupilio.

Già dalla prima pagina l’autore dà una definizione di corpo, sostenendo che si tratta di un ospite e compagno dell’anima. Fin da questa definizione si può intendere come questo libro cerchi di trovare degli agganci tra una visione cristiana del corpo e della preghiera, con le tecniche psico-spirituali dello yoga, in particolare della meditazione. Il libro descrive, passo passo, il legame tra i centri energetici, o cakra, e i punti vitali che possiamo incontrare anche nei racconti del Vangelo e nella pratica della preghiera profonda. Ad esempio, a pagina 27, l’autore tratta del segno della croce: «Il segno della croce non nasconde un cammino di autentica iniziazione al mistero? Esso comporta anzitutto la progressiva familiarizzazione con l’unico e trino Signore. (…) L’energia che essi racchiudono (…) viene accolta dall’intera nostra persona, dal momento che il gesto fonde la dimensione verticale (altezza-profondità) con quella orizzontale che ci dilata ai confini del mondo. In particolare, sulla mente e sul cuore si posa la mano benedicente come ad indicare i due centri più importanti in ordine all’esperienza interiore (…)». Il libro elenca, uno per uno, tutti i centri energetici, dividendo i tre centri inferiori (corrispondenti al I, II e III cakra) dai quattro superiori (dal IV al VII), ogni capitolo è corredato da esercizi spirituali che aiutano il praticante a mettere in pratica questa interiorizzazione dei centri energetici utilizzando temi e “ambientazione” tipiche della preghiera cristiana. In particolare l’autore fa riferimento alla preghiera a Gesù o Preghiera del Cuore, conosciuta anche come preghiera del Pellegrino Russo, tecnica di preghiera profonda usata dagli esicasti, uno splendido esempio di incontro tra spiritualità orientale e occidentale che anticipa i padri della Chiesa e il “moderno” cristianesimo. In ultima analisi l’autore porta esempi di esperienze mistiche di alcuni santi, che hanno fisicamente esternato il contatto con il divino attraverso una specifica zona del corpo. Per capire meglio vediamo una piccola carrellata di tutti i centri energetici, partendo dall’alto e scendendo verso il basso:

La sommità del capo – VII cakra, Samsara

L’autore cita anzitutto la rappresentazione dell’aureola come costante dell’iconografia cristiana, spesso rappresentata anche con lingue di fuoco, come simbolo dell’irradiazione dello spirito santo, che nello yoga è rappresentato dal suono Om, come disse il maestro Paramhansa Yogananda nel suo libro “Il vangelo di Gesù, vol 1” (Vidyananda Edizioni, 1999).

L’occhio spirituale – VI cakra, Ajna

Sede dell’apertura al trascendete, della chiaroveggenza e del discernimento. Qui l’autore riporta esempi di Santi che ebbero il carisma della chiaroveggenza, ovvero della premonizione di eventi realmente accaduti

La bocca/gola – V cakra, Vishuddi

L’autore racconta qui degli episodi registrati in ambiente cristiano di glossolalia, ovvero il dono di parlare lingue sconosciute, durante una profonda preghiera/meditazione.

Il cuore - IV cakra, Anahata

Sede dell’amore cristico, anche secondo lo Yoga tradizionale, l’autore qui ci parla della tradizione mistica in cui non sono pochi gli esempi di «trafitture, trapianti e sostituzioni di cuore».

Il plesso solare – III cakra, Manipura

Meno vistose le attivazioni carismatiche riguardanti i 3 cakra inferiori, l’autore ci parla della «straordinaria forza che si sprigiona nei martiri quando devono affrontare prove atroci».

Le viscere – II cakra, Swadhisthana

Qui, entrando più in una manifestazione emotiva piuttosto che fisica, l’autore parla della grande carità espressa da molti santi. Come se la commozione davanti alla povertà e al dolore “aprisse le viscere”, basti pensare a Madre Teresa di Calcutta.

Il centro basala – I cakra, Muladhara

Riguardo questo centro energetico l’autore ci parla della lievitazione dei santi, sottolineando come l’energia, durante le pratiche spirituali, salga dal basso verso l’alto, attraversando cioè i cakra superiori.

domenica 18 ottobre 2015

YOGA PER BAMBINI CON METODO BALYAYOGA®

Il corso di yoga per bambini (3-13 ANNI) con metodo Balyayoga® parte lunedì 19 ottobre, presso la Casa dei Colori, in Montagnola, Bologna.
 
 
 
Vi aspetto per la prima lezione di prova, dalle 17.30 alle 18.30
 
Il corso è promosso da Associazione Jaya.
 
Per info contattatemi oppure scrivete direttamente a: namaste@associazionejaya.it

Lo Yoga per bambini migliora la flessibilità muscolo – scheletrica, aiuta a migliorare la propria concentrazione, la consapevolezza di sé e del proprio corpo nello spazio, migliora la capacità di rilassarsi, sviluppa creatività e fantasia.

Inoltre lo Yoga per bambini rispetta il personale sviluppo psico-motorio di ogni bambino, non è un’attività competitiva e, anzi, coniuga l’attività ludico - motoria con quella artistica, trasmettendo importanti valori, quali amicizia, solidarietà, collaborazione, autostima e fiducia in sé stessi.

A lezione...
potrai: giocare, imparare Asana e respirazione, imparare delle semplici meditazioni adatte ai bambini, cantare mantra universali, disegnare, colorare e creare mandala, conoscere la campana tibetana…. Il mondo dello Yoga è vasto, e cercheremo di entrarci assieme, in punta di piedi, con il sorriso sulle labbra e divertendoci!


I posti sono limitati, è necessario prenotare!
info&iscrizioni: namaste@associazionejaya.it | 329 466 9540
 


giovedì 15 ottobre 2015

FILO DI ARIANNA E DESTINO UMANO, CAPELLO COME PRIMO FILO DELLA STORIA, “TECNOLOGICA” DELL’ESSERE UMANO

Prosegue il percorso all'interno del labirinto assieme ad Arianna e al suo filo, questa è la terza e ultima puntata qui la prima puntata e qui la seconda, per chi se le fosse perse!
Tutte e tre le puntate le trovate anche sul Blog di Asterio
 
Nel tempo circolare del labirinto in cui vita e morte sembrano alternarsi, la tortuosità di vicoli apparentemente ciechi conduce, per tentativi ed errori, al cuore dell’edificio e il filo di Arianna diviene racconto, srotolarsi  di una contingenza nel territorio della storia (cioè della strada attraversata) e del futuro (del cuore del labirinto da raggiungere).
Anche il ragno percorre una strada invisibile, unica via all’interno della tela che gli consente di muoversi nella luminosa e sottile trama ordita dalla sua bocca.
 
L'antropologa Nadia Berti analizza il ragno come emblema dell’archetipo del legame, la sua tessitura non può che riportarci alla mente il simbolo del filo e della filatura. Ecco che di nuovo le fiabe ci vengono in aiuto: la bella addormentata nel bosco si punge con la conocchia (simbolo che unisce il femminile alla sessualità), e cade addormentata fino a quando il bel principe non la risveglierà. Il filo (qui ci stiamo riavvicinando nel territorio di Arianna) è il simbolo del destino umano, il tempo, il filo di Arianna. Il labirinto è quindi, come già abbiamo detto, “simbolo contenitore” che unisce le idee di difficoltà, pericolo e morte (il tempo che scorre, il destino umano che vorremmo controllare e aggiogare al nostro volere di umani spaventati).
Arianna pone nelle mani di Teseo la soluzione unica per poter uscire dal labirinto della vita: gli dà in mano il suo stesso destino, e non può essere che una donna far ciò: donna che domina terrore e morte, tenebre e acque nere, donna – strega, che “fascia e affascina” come la sirena che cantando, distrae l’incantato marinaio. Dal filo è immediato il simbolismo con i capelli, primo filo della storia “tecnologica” dell’essere umano. E nuovamente il ciclo mestruale è il filo rosso che unisce l’onda al capello, quindi le maree e l’ondeggiare della capigliatura alla femminilità.
Il filo rosso è il seguito nella struttura circolare del labirinto che, come un utero, raccoglie storie per immetterle nel vorticoso incedere dei passi umani nel sentiero dell’esistenza, la scoperta dell’altro da sé e di se stessi prende avvio dalla terra, si nutre di ingegno e viene affidata al cielo, per questo Asterio, Signore delle Stelle, Minotauro con la sua biformità riflette il firmamento, storia lontana e luminosa che andiamo scrivendo percorrendo le nostre tortuose vie!
 
Di Antonella Zezza


martedì 13 ottobre 2015

MIGRANTES. CLANDESTINO VERSO IL SOGNO AMERICANO.

Ogni giorno sentiamo notizie riguardanti sbarchi di immigrati, clandestinità, flussi migratori, frontiere aperte e frontiere chiuse, convezione di Dublino, accordo di Schengen, e così via. Ma il più delle volte quello che sentiamo o leggiamo è determinato e contaminato da rabbia, insofferenza e uno stato di malessere e stanchezza generale dell’opinione pubblica, che genera il più antico degli sfoghi: ossia il capro espiatorio.

L’immigrato, e politicamente l’immigrazione, è il capro espiatorio per eccellenza della nostra epoca, ma a differenza di quanto si pensi non è una dinamica nata nel nostro secolo, e neppure in quello precedente. L’immigrazione è un diritto dell’uomo, non guadagnato grazie alla Rivoluzione Francese o alla spedizione dei Mille, ma un diritto intrinseco nella natura stessa dell’essere umano, infatti l’uomo ha sempre migrato, da quando è comparso sulla terra. Solo grazie a questi spostamenti ha dato vita alle varie popolazioni e culture così come noi oggi le conosciamo, e ne ammiriamo le differenze e peculiarità.   
 

“Migrare è una caratteristica di molte specie animali, uomo compreso. Gli individui umani da tempo immemorabile si sono mossi in gruppi di luogo in luogo alla ricerca di alimenti o per evitare pericoli. Leggende e resti archeologici diversi dimostrano le tracce di antichi movimenti. La diffusione stessa dell'umanità primitiva dalla culla africana all'Eurasia è un fenomeno migratorio che col passare delle generazioni ha plasmato le diverse popolazioni adattandole alle differenti condizioni ambientali. I fenomeni migratori hanno trasformato le terre e i continenti e la composizione biologica, etnica e linguistica dei loro abitanti.” [1]

Su questo tema molto importante e di grande attualità, Terra Nuova ha intervistato Flaviano Bianchini, direttore e fondatore di Source International, organizzazione che collabora con comunità che affrontano casi di inquinamento ambientale e danni alla salute, specialmente legati ad industrie estrattive ma anche autore del libro-testimonianza “Migrantes”, [2]con il quale l’autore ci ha raccontato il suo viaggio verso il sogno americano.

Flaviano ha intrapreso un lungo e pericoloso viaggio durato 21 infiniti giorni, è partito dal Guatemala, ha attraversato tutto il Messico collezionando 4000 km di cammino, per raggiungere infine l’America, il sogno proibito di ogni clandestino sudamericano. Giorno dopo giorno si è confrontato con la drammatica e difficile realtà di ogni immigrato. Ha rischiato la vita ogni giorno, ad ogni passo lungo il suo cammino. I 4000 Km che ti dividono dalla libertà (o presunta tale), è costellato di bande locali, narcotrafficanti, polizia corrotta, ostacoli geografici e climatici come il deserto, la foresta, cime montuose che toccano addirittura i 4000 metri di altitudine, il caldo e il freddo. La polizia locale è pagata dagli Usa per gestire e ostacolare il viaggio dei clandestini, ma sostanzialmente solo la polizia di frontiera ha la facoltà di trattenere un clandestino, lasciando gli altri 3000 km di strada in mano ad un corpo di polizia che arresta per qualche giorno i clandestini per derubarli, sfruttarli e demotivarli nelle loro intenzioni. Solo il 20% delle persone che intraprendono il viaggio arriva poi a destinazione: molti abbandonano, molti muoiono, altri non se ne conosce il destino. Come se non bastassero la polizia e i generali che raccolgono tutto il denaro rubato agli immigrati in viaggio, altri pericoli si nascondono dietro alle bande e al narcotraffico: moltissime persone vengono uccise, rapite, obbligate al trasporto di stupefacenti oltre frontiera, venduti al mercato della prostituzione, una donna su sei viene violentata… si calcola che ci siano ben 150.000 perdidos all’anno. Giunti nella zona di frontiera ci si trova a dover affrontare l’ultima, forse la più pericolosa delle prove: attraversare il deserto, unica zona frontaliera priva del muro che divide fisicamente l’America centrale dall’America del nord. Si tratta di un viaggio nel viaggio, proprio per la sua pericolosità, quasi una scena di un film, purtroppo fattosi realtà: ci aspettano tre giorni e tre notti di fuga, di corsa nel deserto, seguendo una guida che porterà al di là del confine solo chi riuscirà a mantenere il passo e a non perdere la via. Il gruppo di Flaviano era composto da 25 persone, lui compreso, e solo 19 sono giunte a Tucson, dall’altra parte del confine. Oltre ai pericoli del deserto, ci sono appostati sul confine, i cosiddetti “Minute Man”, fondamentalisti esaltati che grazie ad un inghippo legislativo hanno la legale facoltà di sparare a vista alle persone che tentano di attraversa il confine, facilitando in fin dei conti il lavoro della polizia di frontiera. Un incubo nell’incubo, una scena che potremmo immaginare solo all’interno di un video gioco, e che invece la follia umana fa diventare realtà, e per di più non condannabile neppure dalla giustizia civile di quei paesi che riteniamo “liberi” e sviluppati. Proprio quei paesi verso cui gli immigrati corrono, nella speranza di un futuro migliore, democratico e giusto.

La storia di Flaviano è una testimonianza che accende nuovamente i riflettori sui paradossi umani, sul concetto di libertà, che si divide tra ciò che riteniamo sia la nostra libertà e ciò che invece ci è concesso dalla cultura, dalla politica o dalla religione del paese in cui nasciamo. Libertà non è un concetto uguale per tutti, non è un diritto accessibile a tutti, e sicuramente molte persone danno la vita alla ricerca di essa.


Qui potrete visionare il video del Booktrailer


e qui l'articolo su Terra Nuova

Il libro:
Flaviano Bianchini “Migrantes. Clandestino verso il sogno americano”, Edizioni Bfs, Pisa
 


 

 

 



[1] Brunetto Chiarelli, Migrazioni. Antropologia e storia di una rivoluzione in atto. Firenze, Vallecchi, 1992, p. 5-6)


[2] Flaviano Bianchini, Migrantes. Clandestino verso il sogno americano, Edizioni BFS, 2015, Pisa